
L’attività di scouting per un agente sportivo
Come lavora un professionista del settore
L’arte di scoprire potenzialità nascoste sul campo da gioco
Gioco dall’età di tre-quattro anni, quindi sono quasi quarantacinque anni che osservo, vedo, scherzo, rido, soffro, vinco e perdo, per e con il calcio. Ho iniziato come tanti altri bambini, giocando per strada nel mio quartiere di Montesanto a Napoli, per arrivare negli ultimi tempi allo stadio ‘Maradona’ di Napoli, al mitico ‘S.Siro’ di Milano e al ristrutturando ‘Stadio Franchi’ di Firenze da osservatore; con un intermezzo da calciatore, fra tante strutture come il ‘Campo Italia’ di Sorrento, il ‘Comunale Simonetta Lamberti’ di Cava dei Tirreni o il ‘Domenico Conte’ di Pozzuoli.
Diverse fasi, tempi ed esigenze; da piccolo era sostanzialmente un divertimento, un gioco, poi dai sedici anni una sorta di opportunità; a Formia, alla fine del settore giovanile, dove era facile uscire e confrontarsi con i miei coetanei del Centro di Preparazione Olimpica (CPO), veri atleti con prospettive importanti, per arrivare alla Cavese, poi Campania Puteolana, Sapri, Angri, Terzigno, Sorrento e così via dove il calcio era diventato la mia vita. Per fare di un gioco, una passione, infine un lavoro, prima come osservatore, poi consulente e ora come responsabile dello scouting per un’organizzazione che gestisce calciatori.
Ma cosa guarda un osservatore in un calciatore? Quali sono i fattori, le caratteristiche e gli aspetti da tener conto? Domanda difficile e forse anche le risposte possono essere tante. Certo, ci vuole ‘occhio’, esperienza, passione, ma anche metodo, abitudine, strumenti, tecnologia per ‘scovare’ un talento emergente, identificare le attitudini e valorizzarle. A maggior ragione per un’agenzia e/o un procuratore, dove sono necessarie annotazioni per comprendere, anticipare e catalogare le caratteristiche relazionali e umane, il contesto sociale, familiare e culturale, le prospettive e le categorie di un potenziale talento. Anche se per me, ogni partita, allenamento, video, selezione, partita ed evento diventa una formidabile opportunità di scovare un prospetto.
Sulle competenze che deve sviluppare un osservatore calcistico, su cosa deve saper vedere e prevedere, si potrebbero scrivere libri. Anzi, guide e manuali importanti sono già stati pubblicati, negli ultimi anni. Innanzi tutto c’è bisogno di contatti, conoscenze, legami di amicizia e per me la fortuna di aver tanti ex compagni che comunque operano nel mondo del calcio; altri ne ho conosciuti in questo percorso. Ovviamente, è essenziale continuare a guardare partite e osservare giocatori, scambiare considerazioni con allenatori, direttori, preparatori e giocatori; poi, per questo lavoro, oltre che aspettare e rispettare le richieste di un club, è altrettanto importante presentarsi alle società, in particolare con direttori sportivi, responsabili dei settori giovanili e scouting di società con proposte proattive. Col tempo sono cambiati strumenti e modalità.
Penso che il lavoro dello scouting non si riduca a report compilati da un esperto chiamato a dare una valutazione di un calciatore sulla base di alcune regole e osservazioni. La figura del talent scout è una di quelle che negli ultimi anni si è evoluta e aggiornata di più in senso tecnologico. Non che gli osservatori abbiano smesso di andare a vedere le partite, ma in un mondo in cui sono tutti sempre interconnessi e le distanze geografiche si possono abbattere fino quasi a scomparire, i computer, i tablet e gli smartphone degli osservatori sono diventati una specie di hub per lo studio dei giocatori, per iniziare a inquadrarli prima di partire e seguirli dal vivo.
Il ‘player trading’ è uno dei pilastri su cui poggia il modello di business di tante società. Un lavoro che viene fatto partendo da numeri e dati. La tecnologia offre un valido aiuto; il supporto degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale offre una precisione dell’analisi sulle performance dei calciatori che riescono a individuare dati che rendono il giudizio più oggettivo. Per fare lo stesso lavoro di analisi e di scrematura sui calciatori di tutti i campionati in giro per l’Europa il Sud America e il Nord America, l’Africa, l’Asia e il resto del mondo ci vorrebbero centinaia di osservatori. Ora grazie alle partnership con diverse società, ci sono diversi strumenti di supporto allo scouting calcistico. Si possono compilare una lista di atleti con delle determinate caratteristiche fisiche, tecniche ed esperienziali, così da velocizzare e rendere più ‘economica’ la parte iniziale della ricerca. L’idea è che negli ultimi anni la tecnologia abbia moltiplicato le possibilità e le potenzialità di osservatori e club, costringendo gli addetti ai lavori a un aggiornamento professionale rapidissimo. Quello che prima era affidato alle conoscenze, al know how e alla capacità di interpretazione della realtà del talent scout adesso è affiancato e amplificato da database, algoritmi e informazioni statistiche di ogni tipo. È chiaro però che la componente umana sia ancora la parte dominante. La tecnologia fornisce un prezioso supporto, parte del lavoro viene svolto davanti alla tv o un computer, riuscendo a farsi una prima idea del calciatore. Poi però è fondamentale vedere il calciatore del vivo, per chiarire tutto.
La cassetta degli attrezzi dell’osservatore non può prescindere da un set di abilità critiche e analitiche, capacità di giudizio ma anche di immaginazione: deve saper riconoscere le qualità di un calciatore, ma anche quello che può dare in contesti diversi. L’osservatore vede tante partite, deve sapere di calcio, muoversi, aver ben presenti quali sono le esigenze del club che rappresenta e allo stesso tempo deve riuscire a immaginare il calciatore dentro il nostro ambiente, nella nostra società, nel nostro campionato. Poi ovviamente c’è bisogno di saper curare i rapporti umani. Perché intuire le abilità tecniche, le conoscenze tattiche e le potenzialità atletiche di un calciatore non basta. Lo scouting serve a fotografare un momento particolare nella carriera di un giocatore – anche se si tratta di una fase primordiale della carriera – e non può prevedere il futuro e lo sviluppo del ragazzo.
In sintesi, questo processo consiste nell’osservazione e nella valutazione di giocatori, al fine di identificare talenti emergenti che possano entrare nella ‘scuderia’ di un procuratore. Gli scout calcistici analizzano vari aspetti del gioco, tra cui le abilità tecniche, la tattica, la fisicità e la mentalità del giocatore. Utilizzano strumenti avanzati come video analisi, statistiche dettagliate e software di scouting per fornire una valutazione completa e precisa. Oltre alle competenze tecniche, uno scout efficace deve avere un occhio clinico per riconoscere il potenziale nascosto e una profonda conoscenza del calcio. In un’era in cui la competizione è sempre più agguerrita, lo scouting calcistico rappresenta un vantaggio strategico cruciale per scoprire e coltivare i campioni di domani.
Le aree di osservazioni sono quelle classiche: quella tecnica (primo controllo, conduzione e calcio), tattica (ruolo, smarcamento, fase di possesso e non), fisica (struttura, altezza e peso), atletica (muscolo, fibra e corsa) e cognitiva (scelte, comunicazione e leadership). Anche se io – calcisticamente parlando – mi devo ‘innamorare’ di un giocatore, mi deve scattare la scintilla, per proporlo poi al nostro team.
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